Il libro dell'anno: "Il cimitero di Praga"
Un incallito falsario che, suo malgrado, si ritrova invischiato nei mille rivoli dello spionaggio e del controspionaggio. Logge massoniche, moti carbonari e una decadente e seducente Parigi sullo sfondo.
A dispetto del titolo, "Il cimitero di Praga" (Bompiani Editore), è quasi interamente ambientato nella Ville Lumière con puntate iniziali a Torino (dove nasce e si forma il protagonista) e un lungo soggiorno a Palermo (al seguito dei Garibaldini). Di Praga resta solo l'ambientazione immaginata ed immaginifica di un incontro - di pura fantasia - che sarà il fulcro delle vicende del romanzo e - ahinoi - dell'antisemitismo mondiale.
I fatti ed i personaggi citati nel romanzo, come lo stesso Eco conferma in fondo al volume, sono tutti veri (tranne il protagonista, precursore - cento anni prima - di Forrest Gump). Gli intrecci, le motivazioni, i collegamenti sono di fantasia. Falsi. Come i documenti che ne determinano le cause. Plausubili, come gli ingranaggi che potrebbero aver mosso le ruote della Storia. Sicuramente non veri.
"Il cimitero di Praga" è un libro che ti prende per mano e ti accompagna nel viaggio alle radici dello scenario politico attuale, non per come si dispongono le ideologie e i nuovi "ismi"moderni, ma per quelle che sono le dinamiche e le logiche causa-effetto attuali. Spesso il perchè delle cose è giustificabile solo con la spiegazione di torvi complotti o ignobili patti. Altre volte è frutto della causalità. Altre ancora dei personalismi dominanti.
Umberto Eco ci introduce a queste dinamiche e lo fa con artifici retorici degni de "Il nome della rosa". Prepara un intreccio di fatti e personaggi che si disvelerà (agli occhi degli stessi personaggi) solo a poche pagine dalla fine. Usa l'escamotage del Narratore e dei diari ritrovati per dare continue accelerate e brusche frenate al racconto. Mette sul piatto le sue conoscenze storiche e politiche, intrecciandole con i misteri delle logge e dell'arcano.
Pennellando i tratti dei personaggi ci offre uno spaccato della società moderna, ne prende parte, si schiera e lascia intravedere i suoi giudizi. Si affida ai vichiani cicli storici per spiegarci il mondo di oggi. E quello di domani.
Da leggere!
P.S. Un interessante nota sulla copertina del libro...
A dispetto del titolo, "Il cimitero di Praga" (Bompiani Editore), è quasi interamente ambientato nella Ville Lumière con puntate iniziali a Torino (dove nasce e si forma il protagonista) e un lungo soggiorno a Palermo (al seguito dei Garibaldini). Di Praga resta solo l'ambientazione immaginata ed immaginifica di un incontro - di pura fantasia - che sarà il fulcro delle vicende del romanzo e - ahinoi - dell'antisemitismo mondiale.
I fatti ed i personaggi citati nel romanzo, come lo stesso Eco conferma in fondo al volume, sono tutti veri (tranne il protagonista, precursore - cento anni prima - di Forrest Gump). Gli intrecci, le motivazioni, i collegamenti sono di fantasia. Falsi. Come i documenti che ne determinano le cause. Plausubili, come gli ingranaggi che potrebbero aver mosso le ruote della Storia. Sicuramente non veri.
"Il cimitero di Praga" è un libro che ti prende per mano e ti accompagna nel viaggio alle radici dello scenario politico attuale, non per come si dispongono le ideologie e i nuovi "ismi"moderni, ma per quelle che sono le dinamiche e le logiche causa-effetto attuali. Spesso il perchè delle cose è giustificabile solo con la spiegazione di torvi complotti o ignobili patti. Altre volte è frutto della causalità. Altre ancora dei personalismi dominanti.
Umberto Eco ci introduce a queste dinamiche e lo fa con artifici retorici degni de "Il nome della rosa". Prepara un intreccio di fatti e personaggi che si disvelerà (agli occhi degli stessi personaggi) solo a poche pagine dalla fine. Usa l'escamotage del Narratore e dei diari ritrovati per dare continue accelerate e brusche frenate al racconto. Mette sul piatto le sue conoscenze storiche e politiche, intrecciandole con i misteri delle logge e dell'arcano.
Pennellando i tratti dei personaggi ci offre uno spaccato della società moderna, ne prende parte, si schiera e lascia intravedere i suoi giudizi. Si affida ai vichiani cicli storici per spiegarci il mondo di oggi. E quello di domani.
Da leggere!
P.S. Un interessante nota sulla copertina del libro...
A me è sembrato scritto coi piedi... ma davvero questo è Umberto Eco, scrittore di fama mondiale? E' il suo primo libro che leggo ma fin dal primo paragrafo (che si apre con una parentesi di 4 o 5 righe) mi ha fatto pensare che delle due l'una: Eco non sa scrivere, oppure hanno pubblicato una bozza senza neanche fare l'editing.
RispondiEliminaLa tua opinione è ovviamente rispettabile, anche se non condivisibile. Prima di esprimere un giudizio complessivo su Eco, però, ti consiglio di leggere anche "Il nome della rosa". Non ne resterai deluso.
RispondiElimina