L'antica arte italica dello scaricabarile

Dal dentista al meccanico. Dai governi appena insidiati (di qualsiasi colore) ai centrocampisti. Il vero sport nazionale non è il calcio, ma lo scaricabarile.

Denigrare il lavoro altrui per rivalutare il proprio, rivangare le colpe del passato per giustificare gli errori del presente, è quello che sappiamo fare meglio. D'altronde è più semplice, poco impegnativo e - nel breve periodo - più premiante.

Se fosse una disciplina olimpica, gli Italiani salirebbero sempre sul podio.

Quante persone conosciamo disposte ad apprezzare il lavoro dei colleghi? In quanti sanno assumersi le proprie responsabilità? Chi è disposto a rimboccarsi le maniche per correggere gli errori del passato, sistemare il presente e guardare con ottimismo al futuro?

Io ne conosco poche. Molto poche. Purtroppo.

Beppe Fiorello (attore che apprezzo, col quale ho condiviso - a sua insaputa - una cena a base di carne in quel di Eataly a Torino) ha ben sintetizzato il vizietto tipico dell'Italia: "è sempre colpa di un altro". 

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