Il "qualunquementismo" dilagante di Cetto

Il qualunquismo... o il qualunquementismo di Cetto La Qualunque è sbarcato al cinema.

E l'ha fatto in grande stile. Alle solite comparsate in televisione (tra i tanti ricordiamo il comizio di Antonio Albanese a Zelig) la 01 Distribution e Fandango (del barese Domenico Procacci) hanno aggiunto dei canali insoliti per un film italiano: il guerrilla marketing dei gazebo e le locandine-manifesto elettorale (una è qui di fianco). Ma soprattutto l'applicazione per iPhone

Forse "Qualunquemente", il film di Giulio Manfredonia con Antonio Albanese e Sergio Rubini, è il primo esempio di comunicazione multimediale applicata alla promozione di un film italiano. Trailer e teaser su YouTube usati sapientemente e cliccati da migliaia di utenti, applicazione iPhone e iPod per visualizzare i manifesti, il trailer, le foto e i video del backstage, ma soprattutto l'agenda ed il programma elettorale di Cetto La Qualunque e le frasi migliori dei suoi comizi. Un punto di partenza, seppure molto spoglio ed elementare. Ma pur sempre un punto di partenza.

Che questa app diventi un esempio ed un modello anche per i politici italiani? Magari da sfruttare alle prossime elezioni.

Recensione del film. 
Meglio il Cetto della tv che quello del cinema. In tv si può improvvisare. Al cinema no. Al cinema ci sono troppe gabbie, troppi tempi e ruoli da rispettare. Dal punto di vista della recitazione e della storia, quindi, non c'è nulla di eccezionale da rimarcare. Da sottolineare, invece, alcune inquadrature a campo aperto e i colori della Calabria. La solitudine degli ecomostri e della mostrosuosità dei protagonisti. Ma anche il personaggio di Sergio Rubini: il guru della comunicazione politica nato a Bari e trasferitosi a Milano. Il suo motto? "Laurà, laurà, laurà!"

Alcune considerazioni sulla fruizione dello spettacolo.
Perchè il pubblico al cinema o al teatro interagisce con i personaggi sullo schermo o sul palco?

Perchè il pubblico commisera i passaggi dello spettacolo che più marcano la somiglianza con una certa politica italiana?
Perchè al cinema o a teatro, o in libreria o davanti ad un quadro sembrano tutti di sinistra? Che facciano parte del "Five Million Club" di cui parla Beppe Severgini?


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