Pomigliano d'Arco: l'ignobile ricatto
Quello che in tanti stanno definendo l'accordo del secolo, il punto di svolta nelle relazioni tra azienda e lavoratori, tra imprenditoria e classe operaia rischia di essere un pericoloso precedente.
Il documento proposto dalla Fiat ai sindacati per tenere in vita Pomigliano d'Arco è un ricatto bello e buono. I 18 turni settimanali (3 al giorno per 6 giorni), lo scarso preavviso per gli straordinari, il monitoraggio informatico delle prestazioni e le malattie non pagate in caso di sciopero prolungato sono condizioni inaccettabili per i sindacati che, invece, hanno firmato (tutti tranne la Fiom-CGIL).
Vero, è stato scongiurato il rischio chiusura e gli operai salveranno (chissà poi per quanto) il posto di lavoro. Ma chi a rimetterci siamo tutti noi lavoratori. Anni di lotte, di scioperi, di morti e di rivendicazione dei diritti buttati al vento. Perchè? Perchè è mancata la compattezza dei sindacati, è mancata la compattezza dei lavoratori, sono prevalse ragioni politiche e non economiche. La solita guerra tra poveri. Quella a cui la globalizzazione spinta di questi tempi ci sta portando.
Si, la globalizzazione che gli imprenditori maledicono quando si accorgono che il costo del lavoro in Italia è più alto che in Cina (o è in Cina ad essere troppo basso?), salvo poi benedire quando si presenta l'opportunità di aprire un nuovo stabilimento in Polonia.
Il documento proposto dalla Fiat ai sindacati per tenere in vita Pomigliano d'Arco è un ricatto bello e buono. I 18 turni settimanali (3 al giorno per 6 giorni), lo scarso preavviso per gli straordinari, il monitoraggio informatico delle prestazioni e le malattie non pagate in caso di sciopero prolungato sono condizioni inaccettabili per i sindacati che, invece, hanno firmato (tutti tranne la Fiom-CGIL).
Vero, è stato scongiurato il rischio chiusura e gli operai salveranno (chissà poi per quanto) il posto di lavoro. Ma chi a rimetterci siamo tutti noi lavoratori. Anni di lotte, di scioperi, di morti e di rivendicazione dei diritti buttati al vento. Perchè? Perchè è mancata la compattezza dei sindacati, è mancata la compattezza dei lavoratori, sono prevalse ragioni politiche e non economiche. La solita guerra tra poveri. Quella a cui la globalizzazione spinta di questi tempi ci sta portando.
Si, la globalizzazione che gli imprenditori maledicono quando si accorgono che il costo del lavoro in Italia è più alto che in Cina (o è in Cina ad essere troppo basso?), salvo poi benedire quando si presenta l'opportunità di aprire un nuovo stabilimento in Polonia.
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