Doveva morire. Un pensiero sul libro di S. Provvisionato

Doveva morire. Ed è morto. Ma chi l'ha ucciso? O meglio, chi ha spianato la strada al suo assassinio? Stiamo parlando di Aldo Moro e del sequestro compiuto materialmente dalle Brigate Rosse, ma voluto (?), agevolato (?), sfruttato (?) da altri. La lettura di "Doveva morire" (di Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato, Chiarelettere), perfetta sintei della mia passione per l'inchiesta e della curiosità verso il periodo più buio della storia italiana, è stata scorrevole e appassionante oltre che appassionata e veloce. Un libro illuminante che elenca nel dettaglio le "coincidenze" che hanno determinato l'epilogo del rapimento Moro. Dal 16 marzo al 9 maggio 1978 in più di una circostanza avrebbero potuto liberare il presidente della DC, ma nessuno l'ha fatto, nessuno l'ha permesso. Cossiga, Andreotti, la Cia, il Kgb, le Br, il terrorismo tedesco e quello francese. Tutti correi di un assassinio sicuramente architettato e compiuto dalle Brigate Rosse, ma assecondato e pilotato da quello Stato che intanto covava la ragnatela della P2. Licio Gelli, infatti, è il vero filo conduttore di questa vicenda. E' impressionante scoprire come la massoneria abbia davvero tirato le fila di un intero Paese, governando e occupando tutti i luoghi di potere, tramando per un'Italia soggiogata e scendendo a patti con le bassezze più becere.

Non si farà mai luce sul rapimento Moro, a meno che Cossiga o Andreotti prima di morire non decidano di liberarsi di un peso e di consegnare definitivamente alla Storia un partito che ha governato per 50 anni, grazie a clientele, connivenze e ricatti.

Qui sotto una delle tante presentazioni del libro in giro per l'Italia.

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