Tra i canuti saggi, uomini degni di ammirazione e di rispetto (tra cui, per mia ignoranza, conoscevo soltanto Eugenio Scalfari, Boris Biancheri e Piero Ottone), c'era lui. L'uomo da me invidiato per stile, lucidità, decoro, passione, arguzia... tutto! L'uomo sulla cui sedia ho provato il set di luci prima dell'intervista. L'uomo a cui ho consegnato una targa ricordo, quello di cui ho un invidiato autografo con dedica su libro "La sera andavamo in Via Veneto": Eugenio Scalfari. Alla fine mi sono fatto coraggio, l'ho avvicinato, gli ho dato la mano e facendogli i complimenti, gli ho ricordato dell'intervista del 2003. E lui si è ricordato di quei ragazzi baresi venuti da lontano che tremavano alla sola idea di incontrarlo. Non so quanto le frasi di ieri siano vere, ma mi hanno riempito di soddisfazione e di emozione. Quanti ricordi quelle giornate a Roma con il prof. Michele Mirabella, la sede di Repubblica, il direttore lì in tutta la sua figura e il suo sapere. Che ricordi!
Tra i canuti saggi, uomini degni di ammirazione e di rispetto (tra cui, per mia ignoranza, conoscevo soltanto Eugenio Scalfari, Boris Biancheri e Piero Ottone), c'era lui. L'uomo da me invidiato per stile, lucidità, decoro, passione, arguzia... tutto! L'uomo sulla cui sedia ho provato il set di luci prima dell'intervista. L'uomo a cui ho consegnato una targa ricordo, quello di cui ho un invidiato autografo con dedica su libro "La sera andavamo in Via Veneto": Eugenio Scalfari. Alla fine mi sono fatto coraggio, l'ho avvicinato, gli ho dato la mano e facendogli i complimenti, gli ho ricordato dell'intervista del 2003. E lui si è ricordato di quei ragazzi baresi venuti da lontano che tremavano alla sola idea di incontrarlo. Non so quanto le frasi di ieri siano vere, ma mi hanno riempito di soddisfazione e di emozione. Quanti ricordi quelle giornate a Roma con il prof. Michele Mirabella, la sede di Repubblica, il direttore lì in tutta la sua figura e il suo sapere. Che ricordi!
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